il murale 'Grotta dei Cervi' di Piccaia all'Ambasciata d'Italia al Cairo
Piccaia mostra il murales |
Egitto: murales ispirato al neolitico in ambasciata italiana 'Grotta dei Cervi'
di Piccaia all'ingresso della Residenza (di Rodolfo Calò)
(ANSA) - IL CAIRO, 6 FEB - Un'opera ispirata a pitture rupestri del neolitico, quelle della "Grotta dei cervi" di Porto Badisco in Puglia, sarà il primo impatto visivo che riceveranno gli ospiti dell'ambasciata d'Italia al Cairo.
Un trittico su questo tema é stato appena realizzato infatti dall'artista Giorgio Piccaia su un muro di cemento di fronte all'ingresso della residenza dell'Ambasciatore, Giampaolo Cantini.
La grotta in provincia di Lecce custodisce "il più grande complesso pittorico neolitico d'Europa", ricorda un'iscrizione fatta dall'artista accanto al murales.
Si tratta di circa 3.000 'pittogrammi' rinvenuti nel 1970 da Severino Albertini e quattro suoi colleghi speleologi in 600 metri di caverne e cunicoli a una trentina di metri sotto il livello del mare e attualmente accessibili solo a studiosi, ha ricordato Piccaia all'ANSA del Cairo.
Come nella grotta, nel murales di 1,30 metri per 4,60 (hxb) si riconoscono
cacciatori, cervi e forme astratte in un rituale iniziatico "legato allo sciamanesimo",
ha detto Piccaia sottolineando che "nel mio lavoro è molto presente la
ricerca esoterica e simbolica: la mia arte è un percorso iniziatico verso la
luce".
Nel grotta, ha ricordato, si notano segni di "alterazioni fosfeniche" che sono richiamate nell'opera da circolari "macchie di colore" e da segni labirintici. Nei tre riquadri separati da sottili fasce dorate ("colore spirituale"), Piccaia ha inserito sagome di mani che evocano iniziazioni forse per guerrieri o cacciatori o sciamani.
Con colori acrilici, meglio adatti dell'originario guano di pipistrelli per resistere all'inquinamento atmosferico della capitale egiziana, l'artista ha inserito fra l'altro un "omuncolo dai piedi palmati" e "un dio che balla" presenti anche nei graffiti della grotta.
La misteriosa dimensione spirituale della grotta é attestata pure da molte
altre particolarità: ad esempio il braccio sinistro delle figure antropomorfe
teso, ha notato l'artista sottolineando di aver inserito nell'opera anche tributi
all'Egitto come una "croce ansata", simbolo della dea Iside.
Presente nel capitolo sull'arte della "Guida per investire" 2018 del Corriere della Sera, Piccaia é al Cairo anche come rappresentante di Italia ed Europa in una mostra in corso fino al 28 febbraio all'Istituto italiano di cultura col titolo "Artisti in residenza da tre continenti" (gli altri due sono un egiziano e una cinese).
Figlio d'arte (suo padre è l'ultranovantenne pittore Matteo) e formatosi tra Milano e la Polonia, Piccaia crea in tre atelier: il principale é ad Agrate Conturbia (in provincia di Novara) e gli altri due a Lido di Camaiore (Lucca) e Tuglie (Lecce). L'artista ha segnalato che sarà alla prossima Biennale di Venezia con un'installazione.
Il muro su cui ha dipinto Piccaia é lungo una ventina di metri e, dopo quest'opera e un murales precedente, non si esclude possa essere ulteriormente abbellito da altre pitture.
(ANSA). CAL 06-FEB-19 14:18 NNNN
(ANSA) - IL CAIRO, 6 FEB - Un'opera ispirata a pitture rupestri del neolitico, quelle della "Grotta dei cervi" di Porto Badisco in Puglia, sarà il primo impatto visivo che riceveranno gli ospiti dell'ambasciata d'Italia al Cairo.
Un trittico su questo tema é stato appena realizzato infatti dall'artista Giorgio Piccaia su un muro di cemento di fronte all'ingresso della residenza dell'Ambasciatore, Giampaolo Cantini.
La grotta in provincia di Lecce custodisce "il più grande complesso pittorico neolitico d'Europa", ricorda un'iscrizione fatta dall'artista accanto al murales.
Si tratta di circa 3.000 'pittogrammi' rinvenuti nel 1970 da Severino Albertini e quattro suoi colleghi speleologi in 600 metri di caverne e cunicoli a una trentina di metri sotto il livello del mare e attualmente accessibili solo a studiosi, ha ricordato Piccaia all'ANSA del Cairo.
L'ambasciatore Cantini e Piccaia |
Nel grotta, ha ricordato, si notano segni di "alterazioni fosfeniche" che sono richiamate nell'opera da circolari "macchie di colore" e da segni labirintici. Nei tre riquadri separati da sottili fasce dorate ("colore spirituale"), Piccaia ha inserito sagome di mani che evocano iniziazioni forse per guerrieri o cacciatori o sciamani.
Con colori acrilici, meglio adatti dell'originario guano di pipistrelli per resistere all'inquinamento atmosferico della capitale egiziana, l'artista ha inserito fra l'altro un "omuncolo dai piedi palmati" e "un dio che balla" presenti anche nei graffiti della grotta.
Intervista di Rai international |
Presente nel capitolo sull'arte della "Guida per investire" 2018 del Corriere della Sera, Piccaia é al Cairo anche come rappresentante di Italia ed Europa in una mostra in corso fino al 28 febbraio all'Istituto italiano di cultura col titolo "Artisti in residenza da tre continenti" (gli altri due sono un egiziano e una cinese).
Figlio d'arte (suo padre è l'ultranovantenne pittore Matteo) e formatosi tra Milano e la Polonia, Piccaia crea in tre atelier: il principale é ad Agrate Conturbia (in provincia di Novara) e gli altri due a Lido di Camaiore (Lucca) e Tuglie (Lecce). L'artista ha segnalato che sarà alla prossima Biennale di Venezia con un'installazione.
Il muro su cui ha dipinto Piccaia é lungo una ventina di metri e, dopo quest'opera e un murales precedente, non si esclude possa essere ulteriormente abbellito da altre pitture.
(ANSA). CAL 06-FEB-19 14:18 NNNN
Commenti
Posta un commento